mercoledì 11 maggio 2016

stonewall

Stone wall è un film ambientato negli anni settanta, in una New York in pieno proibizionismo, in cui essere gay era ancora un reato, essere gay equivaleva ad essere malati, veniva curato con l'elettro shock, i gay non avevano nessun diritto e nessun riconoscimento, venivano licenziati se scoperti e quindi erano costretti a vivere in segreto, spesso a prostituirsi per poter vivere ed arrivare a fine mese.
Sono passati più di trent'anni ma sono ancora sette i paesi in cui essere gay è un reato, in Italia non sono ancora riconosciuti i diritti fondamentali come potersi sposare o essere genitori, tutt'oggi i transgender sono spesso costretti a prostituirsi perché difficilmente trovano lavori con cui possano vivere integrati in società, insomma siamo ben lontani da un riconoscimento pieno dei diritti omosessuali ma lo spettro dei "diversi" albeggia anche nella nostra società, magari più subdolo, cucito con dei paroloni e dei moralismi che inneggiano ai veri valori della famiglia, che a mio parere per essere tale non necessita di un uomo o di una donna con differenza di genere ma solo di tanto amore. Insomma i politici, i ben pensanti, il clero e buona parte della società civile attua una forma di sessismo discriminante più subdolo perché vestito di paroloni come " il bene dei figli vissuti in famiglie normali ", " la famiglia come nucleo sociale inteso alla procreazione ", parole grandi ma vuote, proferite per lo più da divorziati che trincerano il concetto di famiglia in stereotipi che la vita ha superato, disatteso vincendoli con la creazione di bellissimi nuclei famigliari di genitori omossessuali che funzionano benissimo .