venerdì 11 settembre 2015

L'abitudine alla morte non può diventare attitudine alla vita....

A volte sei così terrorizzata dalla realtà ....dalla paura della sofferenza ...sei così abituato a soffrire che ti nasce la paura di essere felice ...di riuscire a vivere ....
A volte sei così abituato al dolore che non ricordi il colore di una dolce emozione ..un bacio soave o una carezza gentile che ti fa dimenticare tutto il male ...
A volte si è così abituati a vedere nel terrore che non si ha più la forza e il coraggio di vedere il piacere ...
E' la sensazione che provo spesso nel vedere foto di quando ero piccola ...mi trovo sempre brutta inadeguata ...sempre peggio rispetto alla mia attuale fisicità ...sempre troppo diversa ....in una condizione in cui non sei tu ...sei in un altrove ...sei una persona che non esiste più ...forse perché la vita la ha fatta troppo soffrire ...invecchiare...mangiare dai dolori ...e ha dimenticato quella clemenza che si dovrebbe avere nel guardarsi nello specchio ...siamo abituati al dolore di una vita che corre ma non scorre libera di andare e tornare senza un reale fonte di identità pensiero o parola ...
Credo che un po' tutto il mondo si stia abituando a queste immagini del dolore senza più identificarsi...senza specchiarsi...senza tuffarsi per riconoscerlo e cambiare il corso degli eventi e il loro risultato finale in un cammino di vita che non è la sofferenza ma il solidale incontro di anime che gridano clemenza ...un opportunità ...la stessa che hai tu nel guardarti allo specchio e scoprire riconoscendoti che gli anni ti hanno reso più vecchio ma non meno bello....
Mi riferisco alle immagini che ci bombardano la vita ma non la coscienza delle richieste d'aiuto dei migranti chiusi nei lager...perché questo e' il giusto nome dei campi profughi a Budapest ...
Ci siamo abituati in quella accondiscendenza per cui sei abituato a soffrire tu per primo e non riconosci il dolore o quella clemenza che ti è richiesta per riuscire a vivere e non sopravvivere ...in un conflitto esistenziale per cui a volte non distingui il male che è fuori o dentro di te ...cioè il fatto di essere buono o cattivo diventa un pregiudizio dell'animo che non si libera della paura e della convinzione che essere felici e' un diritto per tutti !
I profughi chiusi nei lager a Budapest non sono più un problema di coscienza ...non sono più un problema di attitudine al bene o al male ...non più un problema di accoglienza di destra o sinistra che si risolve in una foto sul giornale ...sono un emergenza che grida leggi ...modifica dei trattati...regolamentazione ...insomma per me non è più un problema di semplice solidarietà ma un problema da risolvere con il diritto e accordi giusti e onesti di tutti gli stati europei con leggi che gridano dignità .... La stessa che mi invito a vedere specchiandomi in una vecchia foto e riconoscendomi il diritto nonostante tutto di essere felice ...in una parola : la paura e l'abitudine alla morte che noi tutti per mille dolori subiti o causati abbiamo non può giustificarla o renderla semplicemente un problema di coscienza !

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